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Sindrome disventilatoria dell’obeso


L’ obesità medio-grave e grave, rilevabile tramite l’indice di massa corporea ( BMI a partire da 35 ) , sembra essere abitualmente più correlata al rischio cardiovascolare che non alla possibilità di insorgenza di disturbi respiratori durante il sonno (SOAS).
Sia perché la maggior parte dei pazienti obesi non presenta disturbi respiratori clinicamente evidenti in situazione di veglia diurna, sia perché, data l’insorgenza degli stessi durante il sonno, vengono misconosciuti o scarsamente indagati sul piano clinico.
Atteso il rapporto diretto fra obesità grave di tipo viscerale e apnee notturne da iperaccumulo di grasso al perifaringe, nel mediastino e sotto il diaframma, scopo dello studio è stato quello: a) di verificare attraverso l’esame di un campione scelto a random dal nostro archivio dietologico la percentuale di correlazione fra SOAS e obesità grave; b) di proporre provvedimenti dietetici d’urgenza, tramite dieta da 1300 Kcal dissociata, atti alla risoluzione della pericolosa sintomatologia ma nel contempo più equilibrati di ogni semidigiuno e accattivanti la compliance per il gusto e la facile attuabilità degli stessi; c) di stabilire una procedura di indagine clinico-nutrizionale semplice per ogni Medico, per individuare le SOAS misconosciute, rilevando la storia del peso del paziente negli ultimi dieci anni, l’ intervista alimentare di un giorno e alcune importanti notizie riferite dal partner o dal soggetto di contenimento dell’ammalato in esame.

I risultati hanno confermato che su un campione di oltre 500 soggetti il 26,1% esprimeva un’ obesità medio-grave, grave o gravissima; ma di questi soltanto il 18,5 % erano SOAS manifesti, e su questi ultimi la percentuale dei fumatori era di gran lunga inferiore a quella dei non fumatori (rispettivamente il 36 e il 64 %).

Le cause del sovrappeso degli obesi con disturbi respiratori durante il sonno sono per il 68% attribuibili a disturbi del comportamento alimentare.
Le conclusioni dello studio indicano che l’ingrassamento esagerato potrebbe essere un fattore di rischio respiratorio superiore a quello del fumo di sigaretta , soprattutto in età avanzata. ( Xagena2002 )

AUTORI: Dott. S. Maggi - Internista e Specialista Dietologo, Responsabile Servizio di Dietologia Clinica Azienda Ospedaliera Di Venere –Giovanni XXIII , Bari, e Londero Erika , Diploma di Laurea Breve in Dietologia e Dietetica Applicata.Promutico e Amoruso, Dietiste P. O. Di Venere


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